Le storie dello Yemen

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l nuovo libro di Farian Sabahi racconta una terra affascinante

Magie del cinema e giochi del destino. Una delle scene più belle del Fiore delle mille e una notte di Pier Paolo Pasolini è girata per metà a Esfahan, in Iran, e per metà a Sana’a, nello Yemen.

Farian Sabahi, storica e giornalista italo-iraniana, sceglie proprio Pasolini per aprire il suo Storia dello Yemen, edito da Bruno Mondadori: “Architettonicamente, è il paese più bello del mondo. Sana’a, la capitale, è una Venezia selvaggia sulla polvere senza San Marco e senza la Giudecca, una città-forma, la cui bellezza non risiede nei deperibili monumenti, ma nell’incomparabile disegno… è uno dei miei sogni”.

Non è un libro “accademico” perché non è accademico l’approccio dell’autrice, nonostante Farian Sabahi insegni Storia dei Paesi islamici e Culture politiche dell’Islam all’Università di Torino e tenga un corso sull’evoluzione politica e sociale dell’Iran di fine Ottocento all’Università di Ginevra.

Perché un libro sullo Yemen? – si chiede e ci spiega in apertura l’autrice. Mi occupo di Medio Oriente e lo Yemen, come l’Iran, è un paese che si affaccia al Novecento in ritardo rispetto ai paesi della regione, in particolare in confronto all’Egitto e all’impero ottomano.

Questa è la motivazione “ufficiale”, ma è evidente, proseguendo la lettura del libro, che lo Yemen non sia per lei soltanto una materia di studio ma anche – o soprattutto – una terra speciale. D’altra parte, come diceva il grande orientalista Edward Said, le origini uno se le sceglie.

E infatti qualche riga più in là Sabahi scrive:

A Sana’a sono capitata per caso, una decina di anni fa, e vi sono tornata altre volte. La passione per questa città millenaria situata a 2200 metri di altitudine – dove Pier Paolo Pasolini girò alcune scene del film Il fiore delle Mille e una notte (1971) e che è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO – è nata fin dai primi giorni.

Si parte da Salomone e dalla regina di Saba, per affrontare poi la storia dello Yemen dalla fine del XIX secolo ad oggi, con parentesi “letterarie” tutt’altro che banali, come quella dedicate alle incredibili avventure di Amedeo Guillet, il leggendario Cummandar es Sciaitan, ex ufficiale del Regio esercito italiano, che proprio nello Yemen vive una parte fondamentale della sua lunga esistenza (è morto nel 2010 a 101 anni).

Ma cosa è lo Yemen oggi? A vent’anni dalla riunificazione, è il Paese più povero e l’unica repubblica della penisola araba, Con poca acqua e poco petrolio, lo Yemen è anche il più povero tra i Paesi arabi (il 41,8 per cento della popolazione che vive sotto la soglia di povertà).

Nel libro si parla dell’Islam degli yemeniti, del qat, della minoranza ebraica, delle ribellione degli Huthi nel Nord, del movimento secessionista nel Sud e del terrorismo di matrice islamica, che si intrecciano alle tradizionali alleanze tribali. Si parla di un Paese poco conosciuto e di sicuro fascino. E anche se non siete appassionati di Medio Oriente, questo è un libro da leggere perché racconta storie vere.