Dove gay è reato

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La libertà sessuale è una conquista del terzo millennio? Non ancora. Troppi infatti i Paesi in cui si è condannati – anche a morte – per non essere etero

Non solo emarginazione, discriminazioni e umiliazioni, ma anche reclusione, lavori forzati e, addirittura, la pena di morte. Queste le pene per chi è omosessuale e vive in alcuni Paesi del mondo dove è reato avere tendenze non etero.

Recentemente un giudice di pace di Torino ha rigettato l’espulsione di un giovane senegalese clandestino. Il motivo? Il ragazzo è omosessuale e in Senegal rischia il carcere. “Il comma uno dell’articolo 17 della legge Bossi-Fini – si legge nella motivazione del giudice – stabilisce che non può essere espulso chi, in patria, rischia persecuzioni per motivi di razza, sesso, religione, opinioni politiche”.
Ma non è solo in Senegal che gli omosessuali finiscono dietro le sbarre; stessa sorte li aspetta in Cina, a Cuba o in Marocco. In Arabia Saudita e Iran potrebbero finire addirittura sul patibolo.

“In teoria gli omosessuali – si legge su un documento di Amnesty International – godono della protezione dei trattati internazionali sui diritti umani, quali la Carta Internazionale dei Diritti dell’Uomo, il Patto internazionale su Diritti civili e politici e il Patto internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali… Alcuni Paesi hanno riconosciuto la parità fra omosessuali e eterosessuali. Negli Usa – per esempio – dieci Stati hanno esplicitamente proibito le discriminazioni sessuali e il Sud Africa nel 1996, per la prima volta nella sua storia, ha ribadito l’uguaglianza tra tutti i cittadini, bandendo le discriminazioni basate sulle preferenze sessuali di ciascuno”.

Ma storie di vessazioni e di violenze contro i gay arrivano dal Messico, dalla Colombia, dal Brasile e dalla Turchia, “Paese in cui l’omosessualità non è ufficialmente illegale, anche se la polizia periodicamente irrompe nella case di gay e lesbiche eseguendo arresti”. Sarebbe il caso, dunque, di “rompere il silenzio”, come propone Amnesty, in un tempo in cui in ancora troppi Paesi del mondo l’omosessualità è reato.

Vediamoli, allora, nel dettaglio, con le relative pene e ci accorgeremo che non si tratta solo di una questione religiosa:
Afghanistan: pena di morte sotto il regime talebano; fase di cambiamento nel corso del nuovo ordinamento politico.
Algeria: fino a tre anni di reclusione e pagamento di un’ammenda.
Arabia Saudita: pena di morte.
Bangladesh: reclusione fino a dieci anni.
Brunei: reclusione fino a dieci anni e pagamento di un’ammenda.
Camerun: reclusione da sei mesi a cinque anni e pagamento di un’ammenda.
Cina: reclusione fino a cinque anni.
Cuba: reclusione fino a tre anni per la manifestazione pubblica.
Egitto: reclusione o lavori forzati fino a cinque anni.
Emirati Arabi Uniti: in alcuni Emirati fino a sette anni di reclusione, in altri fino a quattordici.
Etiopia: reclusione da dieci giorni a tre anni.
Giamaica: reclusione e lavori forzati fino a cinque anni.
Ghana: è prevista la reclusione; ci sono testimonianze di torture.
India: reclusione a vita.
Iran: pena di morte. Se minorenne 100 frustate.
Kenya: reclusione da cinque a quattordici anni.
Kuwait: reclusione fino a sette anni.
Libano: fino ad un anno di reclusione.
Libia: reclusione da tre a cinque anni
Liberia: reclusione fino a tre anni.
Malesia: reclusione da due a venti anni.
Marocco: reclusione da sei mesi a cinque anni.
Mozambico: reclusione fino a tre anni.
Nicaragua: reclusione fino a tre ani.
Nigeria: reclusione fino a quattordici anni, quando non viene applicata la sharia che condanna a morte.
Pakistan: reclusione fino a due anni e 100 frustate.
Porto Rico: reclusione fino a dieci anni.
Qatar: reclusione fino a cinque anni.
Senegal: reclusione da uno a cinque anni più il pagamento di un’ammenda.
Singapore: reclusione a vita.
Siria: reclusione fino ad un anno.
Somalia: reclusione da tre mesi a tre anni.
Sri Lanka: reclusione fino a dieci anni.
Tunisia: reclusione fino a tre anni.